Il Fine
Da sempre la Chiesa provvede, attraverso il contributo dei fedeli, al sostegno dei sacerdoti, come pure alla carità verso i poveri e al mantenimento dei luoghi di culto. Anche oggi la Chiesa riconferma questo orientamento, provvedendo che i presbiteri possano godere di "una remunerazione adeguata alla loro condizione, tenendo conto sia della natura dell'ufficio che svolgono, sia delle circostanze del luogo e del tempo, e con la quale possano provvedere alle necessità della propria vita e all'equa retribuzione di coloro il cui servizio è loro necessario. Occorre ugualmente avere cura che usufruiscano della previdenza sociale, con la quale si possa provvedere convenientemente alle loro necessità in caso di malattia, invalidità o vecchiaia" (Can. 281).
A seguito del Concordato del 1984, sono stati creati il Sistema di Sostentamento ed il Sistema di Previdenza, la cui gestione è affidata all'Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero che coordina gli Istituti diocesani, tra cui l'Istituto per il Sostentamento del Clero della Diocesi di Milano (IDSC). L'IDSC di Milano è attivo dal 7 gennaio 1986.
I beneficiari dell'IDSC sono anzitutto l'Arcivescovo ed i Vescovi ausiliari, poi tutti i sacerdoti diocesani o religiosi cui l'Arcivescovo affida un incarico nella Diocesi, in qualità di parroci, vicari, insegnanti, addetti di Curia o altro.
I Mezzi
I mezzi per sovvenire alle necessità del Clero diocesano provengono da diverse fonti:
- le realtà (le comunità parrocchiali o altri Enti) ove i sacerdoti svolgono il loro ministero debbono farsi parziale carico delle necessità dei sacerdoti;
- le offerte dei fedeli al Sistema di Sostentamento (deducibili dall'imponibile fiscale);
- i redditi generati dagli Istituti per il sostentamento del Clero attraverso la amministrazione dei beni già appartenenti ai cosiddetti Benefici;
- una quota del gettito di quanto i cittadini destinano alla Chiesa Cattolica tramite l'8 per mille dell'imposta sul reddito.
L'Istituto per il sostentamento del Clero, su indicazioni della Curia Arcivescovile, computa le remunerazioni dei sacerdoti in funzione dell'incarico e dell'età, calcolando secondo precisi parametri le entrate del singolo e provvedendo ad integrare, qualora necessario, quelle remunerazioni che rimanessero al di sotto della soglia che la Conferenza Episcopale Italiana ha stabilito quale giusta e conveniente.